Signor Ministro,
Le scrivo dopo una visita in Ossetia del Sud, effettuata nei giorni 25 e 26 di questo mese.
Per segnalarle l'alto livello di pericolosità da me rilevato lungo la linea di demarcazione tra Ossetia del Sud e Georgia, risultante degli effetti prodotti dall'aggressione della Georgia contro l'Ossetia, scatenata nella notte tra il 7 e l'8 Agosto.
Il sopralluogo mi permette di rilevare:
• L'assenza (o non visibilità) degli osservatori europei in quel giorno, nel determinato punto di osservazione da me visitato, a sud est di Tzkhinval.
• Assenza delle forze russe nelle immediate vicinanze della linea di demarcazione.
• Come conseguenza le forze militari georgiane e sud-ossetine si trovano ora a diretto contatto, con possibilità, in ogni momento, della ripresa di scontri armati e di altre azioni di provocazione.
In effetti, secondo le testimonianze di fonte ossetina da me raccolte, duelli di arma da fuoco sono molto frequenti. Non solo: ho potuto raccogliere la documentazione di undici persone, tutti uomini, in gran parte giovani e giovanissimi, che risultano essere state rapite da gruppi armati non identificati e portati in territorio georgiano. Di questi undici sequestrati posso fornire, all'occorrenza, le generalità. Che comunque trasmetterò alle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. E' da notare che tutto ciò sta avvenendo dopo il cessate il fuoco che ha fatto seguito al conflitto di Agosto e che è stato siglato a nome dell'Unione Europea dal presidente francese Sarkozy. Gli ultimi rapimenti risalgono alle ultime due settimane. Di queste persone non c'è più traccia. Il governo di Tzkhinval denuncia il ripetersi di azioni terroristiche sul suo territorio.
Sottolineo queste circostanze perché è evidente che l'Unione Europea ha ora la diretta responsabilità politica e morale di impedire che quella precaria frontiera sia penetrabile a piacimento da gruppi di provocatori, o semplicemente da criminali in cerca di ostaggi da vendere.
Rilevo che, nelle presenti circostanze, e nel formato attuale, l'Unione Europea non è in grado di garantire l'impenetrabilità di quella frontiera.
Rilevo che, dopo avere insistito per il ritiro delle forze russe all'interno dell'Ossetia del Sud (ed avendo la Russia rispettato i patti) , non sarà possibile riversare su di essa la responsabilità per ciò che è altamente probabile accada.
L'Italia ha inviato un gruppo di osservatori a far parte del contingente europeo e dunque condivide in toto questa responsabilità. Vorrei quindi sapere da lei qual è il mandato entro cui agiscono i nostri osservatori, quali le istruzioni impartite dal nostro governo, le modalità della loro selezione, e cosa intenda fare il governo italiano per fare fronte alla situazione sul campo. Situazione che, ripeto – anche alla luce delle gravi dichiarazioni del presidente Saakashvili, che annunciano la ripresa delle ostilità – minaccia un rapido peggioramento.
Distinti saluti
Giulietto Chiesa, parlamentare europeo.
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